Il signor Han by Hwang Sŏk-yŏng

autore:Hwang Sŏk-yŏng [Sŏk-yŏng, Hwang]
La lingua: ita
Format: epub
editore: O barra O
pubblicato: 2023-03-21T23:00:00+00:00

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1. Le ragazze si tingevano le unghie col colore ricavato da questo fiore estivo: porta fortuna se il colore si vede ancora al cadere della prima neve. [N.d.T.]

8

Sŏ Hak-jun partecipò al matrimonio di Han insieme alla nuova moglie. Sŏ era fuggito nella Corea del Sud dopo che l’ospedale di P’yŏngyang era stato evacuato, ed era stato costretto ad abbandonare la sua famiglia al Nord. A Pusan, mentre era in servizio presso l’ospedale militare, aveva conosciuto la sua nuova compagna, che spingeva un carretto per le strade della città vendendo frittelle e soju. Sul suo carretto aveva appeso un cartello sul quale erano riportati a grandi lettere l’indirizzo e il nome del marito, di cui si erano perse le tracce a Hŭngnam, una città portuale del Nord sulla costa orientale. Sŏ si era fermato da lei a prendere un bicchierino di soju e aveva ascoltato la sua storia. Lei e il marito stavano per essere imbarcati su una nave militare, ma nella ressa il marito era stato trascinato avanti, e lei l’aveva ben presto perso di vista e non era più riuscita a trovarlo. Da quel momento, Sŏ aveva preso l’abitudine di fermarsi a bere un bicchierino da lei tutti i giorni prima di tornare in ospedale. L’uomo è fatto così: col tempo cancella i ricordi più dolorosi per permettere al proprio cuore di riprendere a palpitare d’amore. Poi Sŏ finì col prendersi cura anche dei due figli della sua nuova compagna.

Alle nozze di Han parteciparono numerosi suoi compagni della facoltà di Medicina di P’yŏngyang. Tra loro, la maggior parte era originaria di quello che ora si chiamava “il Nord”. Alcuni si erano risposati, altri, invece, vivevano da soli in una stanza presa in affitto. Durante il banchetto nuziale l’allegria generale si velò di nostalgia. Gli invitati rimasero fino a tarda notte a cantare La stiva della nave, motivo in voga al tempo in cui erano studenti, finché non arrivò il momento di accomiatarsi. Prima di andar via, però, Sŏ propose di organizzare una rimpatriata fra tutti gli ex compagni d’università che non erano potuti intervenire alle nozze. La proposta fu messa in pratica soltanto la primavera dell’anno successivo. In quell’occasione ventitré studenti della facoltà di Medicina dell’Università di P’yŏngyang, che vivevano ormai a Seoul, ebbero finalmente occasione di rincontrarsi. Coloro che erano riusciti a fuggire dal Nord assieme alle mogli, le portarono con sé alla festa organizzata da Sŏ. Tutti si ricordavano perfettamente di ciascuna di loro fin dai tempi della scuola: questa era la figlia del tale, quella passava spesso per quella data strada, o frequentava la tale scuola... Era strano rivedere trasformate in donne mature le ragazzine conosciute un tempo in divisa liceale – gonna nera, camicia bianca e lunghe trecce –, tanto che chi aveva dovuto abbandonare tutto e si era risposato al Sud non poteva non sentirsi cogliere da una profonda emozione. Ben presto l’alcol riscaldò l’atmosfera. Solo un uomo, dall’aspetto poco familiare, era rimasto in disparte, taciturno, accanto ad Han. Sŏ nemmeno si era preso

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